“Esiste una percezione sociale del ruolo di assessore che non può essere evitata: l’investimento di denaro pubblico lo colloca al di là della semplice formulazione di un programma triennale di opere pubbliche. Il benessere sociale ed economico di jesolo, quale realtà importante e complessa, è strettamente correlato con la funzione svolta dagli assessori, che con la loro capacità di scoprire, combinare, trasformare e valorizzare risorse pubbliche e private realizzano vere e proprie occasioni di sviluppo per la collettività. E’ necessario, quindi, che un assessore non faccia riferimento al solo programma di opere pubbliche (dal quale dovrebbe trasparire, peraltro, priorità e crono programma delle opere da realizzare in funzione di precisi obiettivi di miglioramento delle attività umane) ma, al contrario, in funzione di una propria agenda politica. Partendo dall’osservazione che il processo di formazione dell’agenda implica discussione, dibattito e persuasione tra politica e cittadini, tra politica ed interessi economici e sociali, è evidente che questa rappresenti tutti quei problemi che vengono comunemente ritenuti degni di attenzione pubblica. Si compie, quindi, un errore di valutazione quando i problemi vengono solamente presentati come problemi tecnici piuttosto che come questioni di natura sociale ed economica: l’assessore può senza dubbio dominarne l’aspetto decisionale ma non può verificarne le implicazioni etiche, sociali ed economiche (nonché politiche) del proprio operato. Il momento chiave della formazione di un agenda politica è perciò la raccolta e l’elaborazione di centinaia di informazioni (suggerimenti, proteste, affermazioni ecc.) che secondo alcuni cittadini dovrebbero essere di interesse e riguardo a cui, poi, il governo amministrativo di questa città dovrebbe fare qualcosa. E’ così, poi, che l’agenda politica diventa agenda istituzionale. In altre parole: l’agenda politica è un’agenda di discussione mentre l’agenda istituzionale è un agenda di intervento che influisce, poi, sul piano triennale delle opere pubbliche. A me pare che, negli ultimi anni, senza togliere merito ad alcuno, sia stato fatto poco lavoro pratico sull’agenda politica: ciò può aver determinato, inevitabilmente, l’incapacità di controllare l’interpretazione della discussione del problema . Con ovvi riflessi sia nella progettazione sia nella trasformazione dell’esistente. Consapevolmente e responsabilmente, ADC (ALLEANZA DI CENTRO) non vuole entrare nel merito dell’operato dell’assessore: la politica in una prospettiva di alleanza di governo per la città prevede un ruolo costruttivo nel quale deve essere delineato il metodo (non quindi la sostanza) con il quale si affrontano i problemi. Come coordinatore mi sento interpellato responsabilmente. La proposta di un agenda politica diventa, a nostro modo di vedere, decisiva e improcrastinabile. Un tour della città da parte dell’assessore diventa perciò una modalità importante per capire se quello che è stato realizzato risponda alle esigenze dei cittadini . Ciò significa non solo avvalorare quanto di positivo è stato fatto ma anche affrontare i nodi irrisolti (penso alle piazze e alla viabilità, ad esempio)”.
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