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lunedì 21 marzo 2011

Bidoni per la differenziata, partita l'indagine: una verifica a campione del contenuto dei cassonetti in strada. Scetticismo.

Se la stazione di compostaggio e/o di travaso sembra creare nuove polemiche perché realizzata in un area agricola abitata. Genera infatti grande sconcerto pensare alla portata definitiva che il nuovo impianto porterà con se.  Se, come sembra, per il futuro rimarrà solo la discarica di Jesolo (con adeguamenti ed ampliamenti), per San Donà di Piave infatti non è più previsto un ampliamento e funzionerà fino ad esaurimento volumetrie. Jesolo sarà pertanto uno tra i tanti comuni della Provincia che si servirà della stazione di compostaggio. Presumibilmente quindi aumenterà il traffico veicolare di mezzi di grossa portata che quotidianamente dovranno trasportare i rifiuti di altre realtà in stazione, il tutto a forte discapito e declassamento del territorio limitrofo. Credo che molti cittadini , al di là dei residenti della zona dove sorgerà l’impianto,si interroghino che vantaggio trae dal fatto di aver ubicato tale struttura all’interno del proprio comune. Considerata anche la forte valenza turistica del territorio, non sarebbe stato più logico e lungimirante partecipare al progetto ma adoperarsi al fine di ubicare un simile impianto fuori dal comune jesolanoe? Pare proprio, invece, che l’amministrazione comunale si sia fortemente interessata al progetto, nonostante la cosiddetta filiera della raccolta differenziata sia ancora ben lontana dall’essere realizzata!!La stazione di compostaggio può essere un utile strumento per comprendere la necessità della raccolta differenziata dei rifiuti, a patto però che il porta a porta funzioni e consegua gli obiettivi, peraltro riportati al punto  Così come l’ampliamento della discarica invece si contraddice con il punto del programma della coalizione (5.7.2 Il porta a porta”). Si legge, infatti: “Sarà gradualmente esteso il sistema di raccolta - già avviato in alcune zone della Città - dei rifiuti solidi urbani secondo la modalità del “porta a porta” su tutto il territorio comunale compatibile con tale sistema, al fine di conseguire i seguenti obiettivi:a) Incrementare la percentuale di raccolta differenziata;b) Ridurre le quantità di rifiuto destinato a discarica con conseguenti benefici sulla misura della tariffa di igiene ambientale… Credo che molti cittadini , anche se desiderebbero fare la raccolta differenziata, purtroppo non la fanno. E’ infatti un vero rompicapo dividere i rifiuti. Volendo fare una differenziazione oculata di questi ultimi, occorrerebbe un numero elevato di pattumiere con evidenti problemi di spazio. Innanzitutto ogni comune dovrebbe fornire un elenco di tutte le cose che vanno per ogni bidone:  quello che non va nei sacchetti specifici lo metti nel cosiddetto "secco", cioè il vecchio normalissimo sacchetto "generico" della spazzatura. Faccio un altro esempio: i piatti di plastica, gli assorbenti igienici, le posate di plastica, vanno messe nel contenitore dei non differenziabili: cassonetto verde. Perché? la legge italiana prevede il riciclo dei soli imballaggi, cioè di tutto ciò che riveste, conserva il bene. Anche se la plastica del piattino rassomiglia moltissimo a quella della carta di caramelle non la si ricicla perchè non è imballaggio. I produttori della plastica del piattino non pagano la loro plastica perchè venga riciclata....per le aziende del riciclo sarebbe un lavoro gratuito senza retribuzione. Mai mischiare le plastiche poiché ,l'intero contenuto sarà gettato dalle aziende di riciclo nello sporco non differenziato. Nell'umido ci va tutto ciò di organico e solamente carta bianca (tovaglioli); poi abbiamo il contenitore per vetro e alluminio, quello della plastica (che come non deve contenere piatti di plastica e bicchieri), quello del cartone e infine quello del secco, dove va tutto ciò che non può essere gettato negli altri contenitori (piatti e bicchieri di plastica, assorbenti igienici ecc.). Per questo motivo, anche il Comune dovrebbe fornire un elenco di tutte le cose che vanno per ogni bidone. Contro ogni evidenza, questo mi pare sia stato disatteso  nonostante il programma di maggioranza (punti 5.7.3 Formazione e educazione- 5.7.4 Comunicazione, informazione e sensibilizzazione) preveda (riporto fedelmente il testo) che: “Alisea si dovrà impegnare altresì ad individuare le iniziative necessarie (con reperimento dei relativi mezzi finanziari) per la costante formazione dei cittadini “più piccoli” (presso asili, scuole) affinché siano correttamente appresi comportamenti finalizzati al rispetto dell’ambiente e al recupero virtuoso del rifiuto:“Da rifiuto a risorsa”. Ancora: “Saranno individuate le iniziative necessarie per la realizzazione di campagne informative con cadenza regolare presso le utenze private, le utenze commerciali, artigianali, industriali per la corretta differenziazione dei materiali di scarto e dei rifiuti al fine di consentire concretamente la realizzazione del ciclo virtuoso di recupero e riutilizzo degli stessi”. Per quanto riguarda le attività alberghiere,commerciali e di somministrazione si è sempre voluto rimarcare il problema della gestione della raccolta differenziata. Basterebbe, a mio avviso, inserire tra i requisiti necessari per l’apertura di un’attività, una autocertificazione che dichiari il rispetto di una serie di requisiti (oltre a quelli morali, professionali, igienico-sanitari ecc.) , tra cui quello importante della raccolta differenziata per carta, plastica e vetro: ovvero l’adozione degli strumenti e delle pratiche necessari per una corretta effettuazione della raccolta differenziata che diventa un obbligo, sia per le nuove attività che per gli esercizi già funzionanti ma sottoposti a interventi strutturali.

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