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lunedì 21 marzo 2011

DOMENICA DI PASSIONE PER I PENDOLARI: MOLTE ATTIVITA’ COMMMERCIALI E PUBBLICI ESERCIZI CHIUSI. IL COMMERCIO VA RIORGANIZZATO ANCHE SECONDO GLI ORARI E LE APERTURE.

Il problema degli orari del commercio dovrebbe essere un tema rilevante nei riguardi dell’organizzazione urbana fin dall’avvio della discussine del PRG. Il tema, invece, non è mai stato inserito nell'agenda politica cittadina. Né, a ragion veduta, è stato mai considerato prioritario per le Associazioni di categoria. Eppure una collaborazione tra Pubblica Amministrazione, Associazioni di categoria e attività commerciali è necessaria per riequilibrare le funzioni commerciali sul territorio, nonché per ricercare, nella specifica realtà di Jesolo, nuove opportunità di sviluppo per il commercio. Inoltre, individuare il fattore orario come una modalità di attenzione per le politiche di spesa, in un momento di crisi, poteva contribuire ad infondere sicurezza nelle famiglie. Non è possibile trovare situazioni nelle quali i cosiddetti negozi di vicinato, “centrali” rispetto agli attuali zone abitative, chiudano ad orari che costringono i cittadini a recarsi nei parchi commerciali dove l’offerta, specie quella alimentare, attua un offerta oraria radicalmente diversa. C’è poi da ricordare che a livello nazionale, è stato emanato il cosiddetto decreto Bersani , che riforma la disciplina del commercio. Il decreto sostanzialmente dà avvio a una liberalizzazione concertata dell'orario di apertura e chiusura delle attività commerciali. A partire già dall'aprile 1999 permetterà agli esercenti di scegliere i propri orari di apertura in una fascia compresa fra le sette e le ventidue, per un massimo di tredici ore giornaliere e permetterà, nei comuni a prevalente economia turistica come Jesolo, deroghe all'obbligo di chiusura Domenicale. A giudicare dalle aperture di attività commerciali e pubblici  esercizi di domenica di domenica 6 febbraio, visto il considerevole numero di pendolari che si è riversato a Jesolo (ma non la prima volta che accade, avendo già segnalato il medesimo caso in una domenica analoga), il settore commerciale e dei pubblici esercizi seguono orari poco flessibili: durante la settimana si limitano all'apertura nelle ore classiche mattutine e pomeridiane, trasformando la città in un luogo deserto ed insicuro già in prima serata. Senza sfruttare, a quanto pare, né le Domeniche né, a volte, gli altri giorni festivi o prefestivi . In questo quadro complessivo si sarebbe dovuto elaborare un primo progetto dove costruire una vero e proprio calendario di manifestazioni, da condurre il venerdì ed il sabato sera, per animare le vie del centro. Si sarebbe dovuto definire inoltre luoghi e percorsi a prevalente carattere commerciale per lo svolgimento delle iniziative. Offrire uno spazio pubblico aperto come luogo attrattivo, di socialità, in una logica di sincronizzazione delle attività commerciali “slegata” dalle ore lavorative significa non solo favorire il cambiamento temporale dei comportamenti dei cittadini ma anche aumentare le opportunità di scelta nella costruzione individuale degli impegni della giornata (organizzazione flessibile del tempo quotidiano). Come dire: si offre ai cittadini l'opportunità di utilizzare il tempo liberato dal lavoro come tempo scelto per gli acquisti o per l divertimento. E’ evidente che per realizzare questi obiettivi è necessario avviare un lungo, quanto complesso lavoro di concertazione, articolato con un efficace piano della comunicazione. Senza contare che tutto questo dovrebbe essere, poi, affiancato da un azione di rilevamento delle attività commerciali aperte e dell'affluenza di pubblico durante l'apertura del sabato e di domenica sera nelle vie del centro storico, da effettuare tutti i giorni della sperimentazione, a cura della polizia municipale. Far coincidere, poi, il tutto in corrispondenza con l'avvio dei saldi (mi auguro al più resto liberalizzati, proprio per favorire queste politiche di liberalizzazione degli orari) significherebbe dare nuovo impulso al commercio

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