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sabato 11 dicembre 2010

La festa che fa più tendenza? Quella di divorzio….Altro che il matrimonio in spiaggia!

Perché sposarsi in chiesa? Naturalmente perché si ha fede. Significa non solo credere nel cristianesimo ma esserne anche convinti che essa sia necessaria per accompagnare la nostra vita. Nella post-modernità dove tutto e “relativo” , si può avere fede e non essere praticanti. Come dire: la coppia è dell'idea che alla fine tanta gente si sposa in chiesa non perchè abbia una fede convinta ma perche' la cerimonia risulta piu' bella, importante rispetto al matrimonio in comune, dove la durata della cerimonia è inferiore e il luogo è solitamente molto meno bello e caratteristico delle chiese...Se , poi le location si fanno più “attrattive” delle chiese ecco la nuova tendenza: “caro….ti ricordi quel paesino che abbiamo visitato….c'è una chiesetta sul promontorio ...ti ricordi le scalette che scendono a mare.... ed il ristorante sotto….”. Una location perfetta per qualsiasi reality show di rispetto. Già, il matrimonio è diventato un reality-show: un giorno per farsi ricordare. Atto primo:  lui e lei che arrivano all’appuntamento del matrimonio, stacco, il cameraman riprende il vestito della sposa con alcuni primi piani incantevole…). Segue la cerimonia formale e l’emozionante momento del bacio (per altri, potrebbe essere il momento del sì). Dall’altare al pranzo in un turbinio di riprese esterne e momenti introspettivi. Dissolvenza. The End. Si torna a casa e la tv (al plasma) è orgogliosa di proiettare il film di una vita. Una vera e propria realtà virtuale, una fiction (di moda) dove tutto è tutto patinato, rimontato, sceneggiato.  Il risultato? Un bel dvd che è costato 500 a 1000 euro da regalare ai convitati. C’è poi preferisce una cerimonia in una location diversa: si prende l' aereo e si parte alla volta di un «sì» molto esotico. Caraibi?Maldive?Mauritius? Mete preferite per i matrimoni sulla spiaggia. Che, poi, anche Jesolo sia diventata una meta dove volersi sposare a piedi nudi sulla sabbia, lo apprendiamo, estaticamente rapiti, dalla stampa. Il Sindaco di Jesolo, da sempre interessato alla promozione della città, ha deciso di “sposare” (mi si consenta il termine) un trend emergente, quale quello del matrimonio in spiaggia, con la pubblicità indiretta che i “piccoli eventi” matrimoniali sono in grado di generare. Per comprendere quanto sia importante il business del matrimonio (ma anche la Location) basterebbe collegarsi con il sito della Newlife (società che gestisce eventi importanti, matrimoni compresi) dove viene descritto il sito: “Jesolo è situata su un parco fluviale d'incantevole bellezza , luogo ideale caratterizzato dalla magia dei colori della natura.” A me (chissà, forse sono un “inguaribile romantico) mi viene in mente la chiesetta a Caorle. “Non è proprio in spiaggia però è bellissima e molto romantica….Appena esci si vede il mare e, in ogni caso, si può andare negli scogli a fare le foto che sono bellissimi….Location azzeccata e senza fronzoli: un bel risparmio in tempi di crisi!...Ma torniamo alla location jesolana e alla celebrazione dei matrimoni in spiaggia.qualcuno, sorpreso dalla proposta, potrebbe gridare allo “scandalo”(perché i matrimoni si celebrano doverosamente, in chiesa). Ma un politico avveduto, dovrebbe fare quella domanda che, una volta, facevano i parroci saggi: “Perché venite a sposarvi in chiesa?”Che tradotto verrebbe: “ Perché venite a sposarvi in Municipio?” . E’ il ribaltamento del concetto “politicamente corretto” per cui si va in Chiesa (in questo caso in Municipio) a sposarsi “perché è bello” (la location è bella…). Se, poi, il politico desse un occhiata ai numeri sul matrimonio vedrebbe che le separazioni sono in continua ascesa, così come le convivenze. Se come fidanzati ci si è semplicemente divertiti senza intendersi come debba essere vissuta la vita, perché mai si dovrebbe decidere di andare a convivere fino  al matrimonio? La risposta ha varie sfumature, ma girano tutte intorno alla solita minestra: “Mi sposo in Chiesa perché credo in Dio, ma mica in quello proposto dalla Chiesa per i suoi interessi. Comunque c’è un certo fascino, insomma sposarsi in Chiesa è “bello”..e la variante meno impegnata è: “La mamma (o la nonna) ci tiene tanto.” Che il matrimonio sembri ormai un cadavere in uno stato di avanzata decomposizione, è fuori discussione. Non vorrei fare l’integralista all’incontrario ma, se il matrimonio segue le “dinamiche” della coppia (concetto che spopola dal psicologo tra le coppie sposate in crisi ), vorrà dire che, alla fine, se il matrimonio è una fiction, il divorzio “è per sempre”. Chi lo ha detto che il divorzio deve per forza essere un evento traumatico? Ci sono alcune coppie che vorrebbero addirittura festeggiare. E non tanto, o non solo, per essersi finalmente liberati del partner. Divorziare in molti casi significa anche cominciare una nuova vita, cambiare pagina, ricominciare una grande avventura. E allora perchè non fare una bella festa uguale a quella di matrimonio? Altro che wedding planner, location ecc. Ci vorrebbe un Divorce planner (confidando che la location rimanga sempre la stessa,si sa, per puro valore liberatorio) che organizzi un party con tanto di  Divorce Cake, la torta per il divorzio che nulla hanno da invidiare a quelle matrimoniali. Jesolo, il divorzio “per sempre”. Commento a margine della provocazione (spero riuscita). In questa tendenza “ambientalista” nel ricercare location adatte al proprio matrimonio vi è una sorta di ricerca “pagana” (direbbe qualcuno) del rito “sovrannaturale”.  Il matrimonio (almeno per chi ci crede), come ricerca di location, è  la spinta delle persone a cercare alternative che possano offrire esperienze (anche soprannaturali) più tangibili, in contrapposizione alla ridotta percezione dei riti religiosi e delle celebrazioni solenni. Una riflessione seria: non solo sulla “tenuta” dei matrimoni ma anche sul senso della parola “famiglia”.

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