Egr. Assessore ai Lavori Pubblici,
Non posso che esserle naturalmente grato per il rapido intervento riguardante la risoluzione del guasto tecnico all’illuminazione compresa nel tratto tra Largo Augustus e Piazza Mazzini. Quel breve tratto di strada verso il cuore ed il salotto della città (Piazza Mazzini) emanava, da circa 30 giorni, un po’ di brividi “vampireschi”: un ambientazione utile per attirare il maggior numero di fan dei vampiri. Provi ad immaginare….Centinaia di lettere e di e-mail di persone interessate a visitare la nostra città….carovane di pullman di turisti equipaggiati con finte dentiere dai canini sviluppati e mantelli…Tanto da far sognare ad un summit di operatori turistici disposti ad organizzare eventi a base di mistero. In fondo anche la crisi azzanna e succhia il sangue come un vampiro!! La fantasia, si sa, egregio assessore, ha i suoi limiti e, pur tuttavia anche la realtà sembra privilegiare il mistero. Onde per cui, mi sono attrezzato anch’io come un vampiro moderno: quando leggo, infatti, le cronachette locali indosso un paio di occhiali scuri al fine di evitare che l’irraggiamento luminoso degli articoli (molto spesso trasposizioni di comunicati stampa poco ponderati) possano bruciarmi la retina. Nel suo caso ho invece preferito, per così dire, “rischiare” ( mi riferisco all’articolo pubblicato sulla NUOVA Venezia di giovedì 15 2009, pag. 30 dal titolo: “Nuovi punti luce a basso consumo”) perché il problema dell’illuminazione di una città è un fatto maledettamente serio e, visto che l’articolo era per così dire “relegato” (probabilmente per una gestione razionale dell’informazione da parte del giornale stesso) in basso a sinistra (11,5 cm per 9 cm) mi ha fatto sinceramente ritenere che il contenuto del comunicato stampa, di poche righe, contenesse una linea politica chiara o, se ben vogliamo, anche una gestione coerente e razionale del problema. Cito la fonte: “Jesolo è il primo Comune del Veneto ad avviare la sostituzione dei lampioni vetusti, esistenti in città, con corpi illuminanti di prima generazione che consentono un significativo abbassamento dei consumi, garantendo il mantenimento dello stesso grado di luminosità ed uniformità…..ad oggi sono stati sostituiti circa 120 pali su 270 previsti della prima trance , con un investimento di 80.000 euro da parte di Jesolo Patrimonio srl, su finanziamento dell’assessorato ai lavori pubblici. Questi lampioni consentono un controllo puntuale mediante GPS e per via telematica garantendo un sensibile risparmio economico e tempi di intervento celeri”. Come Lei ben sa, non amo le ipotesi preconcettuali, poiché l’interesse prioritario (visto che la politica la si fa per le persone….non è vero?) di ogni discussione è il dialogo franco ed aperto, onde evitare che le cosiddette “invasioni di campo”, possano essere deleterie per chi è istituzionalmente ed elettoralmente delegato affrontare le problematiche della città. Mi pare che la maggior enfasi nell’articolo citato venga attribuita a 3 fattori (che dovrebbero dare alla sua iniziativa, la necessaria risonanza): la “primogenitura” (ovvero “Jesolo come primo Comune Veneto a dotarsi di un sistema diciamo così “tecnologicamente avanzato”), l’aspetto tecnologico (il controllo GPS e per via telematica) ed i benefici (ovvero l’abbattimento dei consumi energetici e l’efficienza dell’impianto nonché degli interventi di manutenzione dell’impianto”). Tutte cose che dovrebbe far felice non solo il Comune (che vedrebbe, così, abbattuti i costi relativi alla manutenzione e fornitura di energia elettrica) ma anche i cittadini, e le persone che fruiscono del servizio di illuminazione pubblica. Dal breve comunicato si apprende (pochi, in verità lo sanno) che la nuova partecipata Jesolo Patrimonio srl svolgerà in futuro tutti i servizi che l’amministrazione, attraverso il suo Assessorato, finanzierà. L’aspetto declaratorio, però, come al solito, non va confuso con il sublime, essendo la politica (e le scelte che con esso si fanno) più ruvida e meno disposta a condizionamenti persuasivi o propagandistici. Anche un programma “minimo” come il suo, non è facile da applicare, specialmente in una situazione come quella attuale che potrebbe passare rapidamente dalla recessione alla depressione. E’ naturale quindi che in tale situazione le pressioni affinché si finanzi a debito tutto, appare incontenibile e la responsabilità dei governi, soprattutto locali consiste nel selezionare in base all’efficacia e non della popolarità l’impiego delle poche risorse disponibili. Il silenzio adottato dal suo coordinatore locale, oggi assessore all’Ambiente, potrà essere dissuasivo nei confronti di chi potrebbe speculare sul “lavoro” della Giunta ma è mortificante per i cittadini che, vivono la crisi e chiedono di conoscere quali siano le misure adottate dalla Giunta per rilanciare il turismo, proteggere le attività economiche (ad esempio con un taglio sostanziale di tariffe pubbliche ed imposte) , contenere i costi della spesa corrente, aiutare le fasce economiche più svantaggiate (viviamo o no in una società dell’informazione?). Dall’altra parte non si può (e capisco le sue buone intenzioni per smuovere una situazione statica) utilizzare il refrain (forse un po’ ecologista, forse un po’ “movie”) della tecnologia al servizio dei cittadini e del risparmio energetico. La nuova analisi costi-benefici derivante dalla crisi convince sempre più elettorato e partiti che sia opportuno anteporre gli interessi del “risparmio energetico” (qualcuno può leggere sotto le righe le numerose polemiche sul trattato di Kyoto) a quelle dell’economia . In questo senso, il “no” dell’On. Berlusconi al pensiero unico dell’ecologismo imperante contro la tendenza conformista che ha contagiato destre e sinistre mondiali (il “pensiero unico”, si sa, paga elettoralmente) non è solo una battaglia politica ma è anche una nota politica importante che neppure il coordinamento locale di Forza Italia può scordare. Ritornando alla “primogenitura” , questa diventa utile politicamente ed amministrativamente quando si presenta come una splendida ed unica opportunità. Non certo quando, anche la regione veneto, si è già adeguata alle questioni inerenti al risparmio energetico (molti comuni veneti, non la maggioranza, hanno usufruito della normativa regionale, adottando misure di risparmio energetico sul fronte dell’illuminazione pubblica). Le ricordo brevemente due leggi: Legge Regionale del Veneto 27 giugno 1997, n. 22 Norme per la prevenzione dell’inquinamento luminoso. Legge regionale 27 dicembre 2000, n. 25 . Norme per la pianificazione energetica regionale, l’incentivazione del risparmio energetico e lo sviluppo delle fonte rinnovabili di energia. La Legge Regionale "Norme per la prevenzione dell'inquinamento luminoso" indica le competenze specifiche di Regione e Comuni e definisce il contenuto del Piano Regionale di Prevenzione dell’Inquinamento Luminoso e del Piano Comunale dell’Illuminazione Pubblica. Una breve nota a margine di tale legge. Il 1997, se non vado errato, è stato l’anno dell’elaborazione e discussione del PRG. La necessità di un Piano di Illuminazione Pubblica non poteva prescindere dal PRG. La questione è stata, però sottovalutata o, forse, trascurata. . A pensarci bene, anche adesso, utilizzando la logica del finanziamento alla partecipata Jesolo Patrimonio srl, viene ancora trascurata. Proviamo, se vuole, in una logica di stimolo per il consiglio comunale e per le forze politiche, ad approfondire la questione. Che cosa si intende per Piano di Illuminazione Pubblica? Quando si parla di Piano di Illuminazione Pubblica si intende un progetto ed un complesso di disposizioni tecniche destinate a regolamentare gli interventi di illuminazione pubblica e privata.. L’adozione di piani d’illuminazione non comporta gli oneri, la completezza e la complessità, richiesta dai Piani Regolatori Comunali d’illuminazione e comunque non costituiscono limitazione, ma se necessario una guida, per i comuni che necessariamente devono dotarsene parallelamente ai Piani Urbani del Traffico . Inutile citare l’elenco delle possibili esigenze e motivazioni: 1. risparmio energetico e programmazione economica; 2. sicurezza del traffico, delle persone e del territorio (un aspetto, quest’ultimo, che può interessare l’Assessorato alla sicurezza); 3. valorizzazione dell’ambiente urbano, dei centri storici e residenziali ( alcuni esempi: favorire le attività serali e ricreative per migliorare la qualità della vita, accrescere un più razionale sfruttamento degli spazi urbani disponibili, migliorare l’illuminazione di eventuali opere architettoniche e della loro bellezza, con l’opportuna scelta cromatica, delle intensità e del tipo di illuminazione); 4. miglioramento della viabilità. Tutto questo con impatti evidenti sui beneficiari dei piani d’illuminazione: i cittadini; le attività ricreative e commerciali; gli enti gestori di impianti di illuminazione pubblica e privata; i progettisti illuminotecnici; i produttori di apparecchiature per l’illuminazione e gli impiantisti; gli organi che controllano la sicurezza degli impianti elettrici e di illuminazione; il Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale e le Società di assicurazione, per la riduzione del numero degli infortuni ; le forze dell’ordine per la riduzione delle micro criminalità e degli atti di vandalismo (ricerche condotte evidenziano l’aumento della microcriminalità e del vandalismo là dove si illumina in modo disomogeneo creando zone di penombra nelle immediate vicinanze di aree sovrailluminate). E’ evidente (ne converrà con me) che per fare tutto questo è necessario individuare delle fasi di studio e sviluppo del piano come: a) Suddivisione del territorio ed individuazione di aree omogenee. B) verifica degli apparati d’illuminazione e della loro distribuzione sul territorio (quantità e tipologia dei punti luce; tipologia dei supporti e loro impatto ambientale; caratteristiche degli impianti di distribuzione e delle linee elettriche di alimentazione dei corpi illuminanti). So che lei è piuttosto attento a questi aspetti e mi auguro che abbia già compiuto i necessari rilievi nonché le opportune valutazioni. Sarebbe infatti inopportuno procedere alla sostituzione dell’intero apparato di illuminazione per “lotti” senza aver identificato le possibili emergenze e priorità. Si verificherebbe una situazione paradossale che non potrà giovare né politicamente né amministrativamente. Una situazione a “macchia di leopardo” con aree a diverso rilievo per quanto riguarda i parametri illuminotecnici maggiormente significativi: illuminamento (o oscuramento) , abbagliamento (o crepuscolo), cattiva resa cromatica. Può immaginare quale possa essere la reazione della gente: telefonate per comunicare aree dove sussiste scarsa illuminazione (e per contro aree dove l’illuminazione è eccessiva). Senza contare che l’esasperazione può portare a veri e propri articoli pubblicati sui quotidiani. Questo per dirle che, al di là dei finanziamenti per “lotti” è necessario ed urgente l’elaborazione di un progetto di integrazione e di intervento sul territorio da portare in consiglio comunale. In base a quanto emergerà dalla suddivisione in aree omogenee, ed alla effettiva distribuzione, si dovrà elaborare un piano che suddivide il territorio comunale secondo precise scelte di illuminazione di modo che la programmazione degli interventi di manutenzione e di riordino ambientale avvengano secondo prescritte scelte tecniche (da inserire, possibilmente all’interno del Regolamento Edilizio. Per due motivi: a) le lottizzazioni previste con il nuovo PRG, porteranno ad un dispendio energetico che, difficilmente, anche nelle sue buone intenzioni, equilibreranno i suoi attuali interventi di risparmio energetico b) aspetti ambientali e climatici prevalenti che possono influenzare la viabilità e la visibilità. Sono ad esempio aspetti fondamentali per la scelta del tipo di impianto se il territorio è particolarmente piovoso, umido, nevoso o che favorisce il ristagno dell’aria con la probabile formazione di nebbie, - aspetti ambientali quali la presenza di elementi artificiali o naturali che possono aggredire gli impianti di illuminazione come il mare. Leggi: abbondanza di salsedine). Tutto questo, poi, porta naturalmente alla definizione di piani di manutenzione e di adeguamento degli impianti (la Pianificazione non riguarda solo il progetto di sostituzione ma anche la necessaria manutenzione ordinaria e straordinaria). E, implicitamente, ad una stima economica dei costi di manutenzione, adeguamento e gestione. Previsioni di spesa che vengono effettuate in relazione alle effettive disponibilità finanziarie ed alle priorità sul territorio. Naturalmente, comprendo che avrà già fatto, ad un anno e più dall’insediamento della nuova Giunta, tutte le necessarie valutazioni in merito e, naturalmente, ho pensato bene che questi aspetti possano essere ricordati al fine di essere utilizzati per un eventuale comunicazione al pubblico(la comunicazione è, infatti, anche un’attività istituzionale) Aggiungo che, qualora, si volesse optare per un’altra soluzione, si potrebbe scegliere di dotarsi del Piano Urbano del Traffico (anche questo, mi pare, sia di sua competenza e, ragionevolmente credo abbia già compiuto le necessarie valutazioni), e, di conseguenza, il piani d’illuminazione si presenterà nella versione più completa di Piani Regolatori dell’Illuminazione direttamente subordinati ai PUT in quanto a classificazione e complementari in quanto a finalità.. La documentazione in questo caso è simile a ciò che generalmente costituisce il corpo di un piano regolatore standard. Come vede, la questione è abbastanza complessa e va gestita con una logica che alloca risorse in base alle disponibilità finanziarie. Probabilmente, in una situazione di questo genere la formulazione di un finanziamento ad una partecipata costituita ad hoc può essere conveniente sotto il profilo del servizio di manutenzione ordinaria e straordinaria. Non risponde, come ho già affermato implicitamente in precedenza, però a quei requisiti che garantiscano una maggiore qualità dei servizi offerti (non si può pensare di effettuare una manutenzione sia essa straordinaria che straordinaria in tempi lunghi o, peggio, incerti. L’esempio conclamato è il guasto tecnico tra Largo Augustus e Piazza Mazzini. Cito quanto riportato nell’articolo già in precedenza citato: “Per le lamentele in via Bafile, zona piazza Mazzini, preciso che la linea, che serve la citata area, è posata in sabbia, non in cavidotto, e risale a 40 anni fa. Prima di Natale si è verificato un guasto, solo sul lato monte, che è stato subito parzialmente riparato, al fine di garantire ugualmente l’illuminazione dovuta. Tuttavia l’intervento necessitava di revisione in quanto il guasto era di difficile individuazione e avrebbe comportato uno scavo ed eventuali disagi. A seguito dei sondaggi condotti, è stato verificato che non si trattava di un guasto isolato: infatti tutta la linea è inutilizzabile perché è vecchia. Alla luce di tutto ciò, assicuro che, compatibilmente alle urgenze e alle condizioni atmosferiche, si provvederà in tempi brevissimi allo scavo e posa della nuova linea”. Che cosa si evince da ciò? A) I tempi di intervento sono stati lunghi e, questo si riflette negativamente sulle prestazioni offerte, ovvero sul servizio; B) Ma il guasto dov’era? Per 30 giorni circa, ambedue i lati della strada del tratto interessato presentavano luci spente. La sera del 13 gennaio erano tutte accese (senza scavi) e solo 6 luce sul lato a monte (già non funzionanti da tempo) rimanevano spente. Poi in circa due giorni lavorativi i tecnici hanno eseguito uno piccolo scavo (non invasivo e non suscettibile di creare difficoltà alle attività limitrofe) nel tratto riguardante i sei punti luce e hanno posato un cavo eseguendo l’allacciamento, forse provvisorio, ma non , in ogni caso la posa di una nuova linea, visto la linea “vecchia” da sostituire; C) La Jesolo Patrimonio srl (la domanda è consequenziale alla precedente) è in grado di garantire, anche in queste situazioni, soluzioni ingegneristiche e/o tecnico-economiche?) . In sintesi: nella gestione attuale il Comune gestisce attraverso la sua partecipata, Jesolo Patrimonio srl , il servizio di manutenzione dell'illuminazione pubblica, e coordina il tutto, evidentemente, con la struttura tecnica ed amministrativa del Comune. Ammettiamo (solo ipotesi) che la Jesolo Patrimonio srl esegua interventi a chiamata più un sopralluogo ogni 15 giorni sul territorio comunale (tenga presente che il primo intervento sul tratto Largo Augustus – Piazza Mazzini risale, come da lei riportato nell’articolo, a prima di Natale). Il Comune acquista, ovviamente, l’energia elettrica sul mercato libero. Che cosa significa, oggi, garantire una sempre maggiore qualità dei servizi territoriali offerti e un consolidamento dei costi di gestione? Significa affidare il predetto servizio, con la formula del global-service, a società che, per organizzazione e presenza nel territorio, garantiscano uno standard di qualità e di industrializzazione del servizio superiore all’attuale, traendo inoltre i vantaggi derivanti dalla possibile gestione sovra-comunale. Queste società non esistono localmente? Allora si pongono in essere accordi con alcune di queste società al fine di ottimizzare le strategie di azione di Patrimonio srl e della società global-service interessata. L’accordo ed una eventuale dimensione sovracomunale potrà essere in grado di offrire tariffe tanto più vantaggiose quanto più numerosi sono i punti luce oggetto del servizio (se i punti luce comunali sono 800 e quelli sovracomunali sono, per pura ipotesi, 10 volti superiori cioè 8000, è evidente che le tariffe saranno più vantaggiose nel secondo caso. Che cosa comprenderà la nuova gestione? Un canone unico, comprensivo di fornitura di energia elettrica e manutenzione ordinaria, che dovrà prevedere: esercizio e gestione , manutenzione ordinaria, pronto intervento, messa a norma, sviluppo tecnologico, fornitura energia elettrica. Nel canone potrà essere previsto anche l’impiego di lampade a basso consumo. Già con questo si potrebbero conseguire buoni risparmi di spesa con l’accensione alternata degli impianti nelle ore notturne. E, perché no? Liberare energia in quantità sufficiente a: risparmiare energia elettrica equivalente alla produzione dei cosiddetti termovalorizzatori e non avere più bisogno di tali impianti ..In alternativa, un confronto diretto mediante bando di gara (ma l’affidamento dei servizi pubblici locali non dovrebbe essere affidato a privati entro il 2010?) consentirebbe ai Comuni di valutare l’efficienza dei servizi offerti, i costi dettagliati di gestione, le misure d’efficienza energetica adottate, l’ammontare del risparmio garantito e la durata del contratto. La preoccupazione di chi scrive, così come quella di molti Sindaci , credo, sia quella che non si riesca ad avviare pienamente quel meccanismo virtuoso di investimenti nel campo dell’efficienza energetica che porta a minori costi di gestione per i Comuni. Mi auguro di averle fornito utili indicazioni e suggerimenti che, spero, lei , il Sindaco e la Giunta possiate utilizzare in fase di discussione. Colgo l’occasione per comunicarle, a nome di alcuni cittadini, la totale assenza di luce rilevata in Via Zara (fino a Piazza Aurora) e la scarsa illuminazione in Via Vicenza e a lati della chiesadi Piazza Trento). La Ringrazio e le porgo i miei Saluti.
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