Ill.mo Presidente del Consiglio,
mi chiamo Walter Luvisotto e abito a Jesolo, dove gestisco una piccola attività alberghiera. Reputo importante inviarLe questa mia breve testimonianza (se permette, anche con valutazioni e considerazioni di merito) sul valore retroattivo di oneri derivanti dalla gestione di società di servizi (acqua, gas, elettricità, ecc.) ed imputabili,a mio avviso, impropriamente al consumatore finale (privati ed aziende).La questione pone importanti interrogativi che meritano, credo, la giusta attenzione anche da parte di chi,come lei, ha l'onere, oltre che l'onore, di governare il nostro Paese. Ringraziandola per la cortese Attenzione, le porgo i miei Saluti.
III. mo Presidente,
Gestire una piccola attività alberghiera e ricevere una bolletta di conguaglio relativa al periodo febbraio-dicembre 2007nel 2010 (importo da pagare: 2,32 €) non è cosa di tutti i giorni. Ma, cos'è un "conguaglio"? Conguaglio, è una operazione matematica ( sottrazione ) che si fa di determinati acconti, di norma pagati mensilmente in base ad una media statistica calcolata su anni precedenti (normalmente contributi o spese periodiche come la fattura del gas o dell'energia elettrica) ad un valore reale che viene presentato a fine anno contabile, ossia quello che realmente si deve, in caso che il risultato sia di segno positivo vorrà dire che si è a credito viceversa negativo che si è a debito e quindi si paga la differenza. La bolletta dell’energia elettrica, è l'esempio più evidente:una volta, per sapere quanti Kwatt/ora erano stati consumati dall’ utente, ENEL inviava tutti i mesi un tecnico presso l'abitazione del consumatore per la lettura del contatore ma ora non più .... Considerato che si è nel 2010, Enel Energia (nel frattempo si è entrati nella cosiddetta fase del "mercato libero dell'energia") per calcolare il consumo da far pagare all'utente senza inviare un tecnico tutti i mesi a fare la lettura,calcola la spesa del utente prendendo in considerazione l'ultimo anno, esempio: euro 1200 per il 2009 diviso 12 mesi = 100 euro, quindi la spesa mensile per quel nel 2010 sarà (salvo le opportune "correzioni" per aumenti) ancora 100 euro, salvo che, questo è considerato solo un acconto, e solo dopo una unica lettura di fine anno, si corregge l'eventuale differenza. Questa operazione finale viene chiamata conguaglio ( e normalmente si rivela sempre una mazzata per gli utenti che al giorno d'oggi hanno sempre meno tempo per calcolare anche queste trappole, vista la difficoltà, reale, di leggere una bolletta). Aggiungiamo, infine che per legge (ma perché si debbono tutelare certe posizioni, come quella dell'esercente e non quella del consumatore finale? Il mercato non è forse "libero"? E come tale non dovrebbe avere meccanismi di salvaguardia nei confronti dell'esercente .. ), al fine di garantire l'effettiva applicazione del criterio della salvaguardia dell'economicità e della redditività degli esercenti, le tariffe vengono determinate con riferimento ai costi. Ciò significa adeguare annualmente le componenti tariffarie relativamente alla remunerazione del capitale investito, per i servizi di trasmissione e distribuzione, ivi inclusi i relativi costi di commercializzazione. Così facendo, però, si pone l'azienda esercente in una posizione di mercato (per usare un termine, forse improprio) "dominante" rispetto all'utente finale ( l'impresa, in questo caso alberghiera) che, lavorando nel mercato, non sempre riesce ad ottenere una giusta remunerazione dei costi: implicito diventa quindi un intervento sulla propria componente tariffaria. L'esatto contrario di ciò che dovrebbe avvenire in un economia di mercato!! Oggi, si fa un gran parlare della cosiddetta "libertà d'impresa" e si vorrebbe una modifica di alcuni articoli della Costituzione. L'articolo 41, ad esempio, stabilisce che: "L'iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà,alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata coordinata a fini sociali". Si vorrebbe eliminare quella "brutta"parole,"sociale", perché un impresa, usando la formula (impropria) del "siamo in un economia di mercato" non avrebbe più senso di esistere ... Se così fosse ,con le opportune "modifiche" potremmo "escludere per sempre" ogni illegittimità costituzionale non solo di qualsiasi legge tributaria retroattiva ma anche (scusi la similitudine un po' forzata) per qualsiasi conguaglio riguardante rifiuti, acqua, elettricità ecc. A mio avviso, si può parlare di iniziativa privata nel momento in cui i cittadini-contribuenti ripartiscono il reddito fra consumi e risparmi, avendo chiaro quale sia il costo fiscale e/o tariffario che debbono sopportare. Nel caso in cui si dovesse vivere nella completa insicurezza del carico sia fiscale che tariffario, questo tipo di iniziativa verrebbe a essere limitato, anche oltre il limite dell'utilità sociale. Un'imposta o una tariffa "esosa"che colpisse, anche retroattivamente, si risolverebbe unicamente in una lesione del diritto di proprietà dell'impresa; un eventuale somma di imposte dovute per il presente e per il passato, possono costringere il contribuente alla liquidazione di parte del patrimonio aziendale, con un'indubbia lesione del diritto di proprietà. Vi è poi la norma che prescrive l'annualità dei bilanci: da questa discende implicitamente l'illegittimità di qualsiasi norme tributarie retroattive,ma anche di qualsiasi tariffa tendente a remunerare ex lege i costi di esercizio delle società che esercitano forniture di servizi pubblici (acqua, gas, elettricità ecc.) in quanto esse stesse tendono a portare varianti ai bilanci approvati. Se non fosse così (eliminazione della parola "sociale") l'evidenza mostrerebbe come nuovi e maggiori tributi possono essere introdotti, con lo scopo di coprire nuove o maggiori spese che lo Stato deve sostenere. Altrettanto inevitabilmente, quindi non si avrà variazione del bilancio, tutte le volte che la legge tributaria retroattiva e/o la tariffazione "remunerativa" sarà dettata dall'esigenza di reperire fondi per far fronte alle nuove e maggiori spese.
DISTINTI SALUTI
Walter Luvisotto
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